O bellissimi capelli
miei dolcissimi diletti,
amorosi serpentelli,
che ritorti in anelletti
discendete in fra le rose
de le guancie rugiadose.
Treccie ombrose, ove s'asconde,
per ferir, l'alato arciero,
cedan più le chiome bionde,
belle treccie, al vostro nero
che scherzando al viso intorno
notte siete e gli occhi giorno.